Giochiamo una fiaba di legno e colore,
sogniamo una storia di trasparenza, di luce.

Con forme e figure, intrecciamo i pensieri
piccolo amico, impara giocando.

Fiabainlinea e Fiabainluce

L'idea

Per trovare la via di un’espressività originale e una nuova energia, oggi è necessario tornare indietro e recuperare la bellezza della semplicità, la qualità dei materiali e del lavoro artigianale, per coniugarli con le sfide di oggi, che impongono una nuova attenzione alla persona e alla natura. Questa consapevolezza ha guidato Prisco Ferrara nell’ideazione di Fiabainlinea e Fiabainluce. Il designer ha scelto di dedicarsi all’interpretazione della fiaba utilizzando il legno, la trasparenza del metacrilato e la luce insieme con poche forme semplici che sembrano emergere dalla memoria. Le fiabe non sono casuali, piacciono ai bambini perché rappresentano in forma allegorica le fasi e le paure della vita e propongono una soluzione positiva: danno coraggio ai più piccoli e al bambino che vive nell’adulto. Nelle Fiabe di Prisco Ferrara i personaggi e la scena sono resi essenziali grazie a un lavoro di sottrazione, fino ad arrivare solo agli elementi necessari alla loro riconoscibilità, per fare ordine e lasciare vivere la fantasia. Tutti i personaggi entrano in scena e scorrono sui binari in linea della base, come in un teatrino. Nella Fiabainluce la luce prodotta dai led attraversa la trasparenza del materiale e rende la Fiaba un’immaginifica lampada di compagnia per la notte. Le fiabe realizzate fino a ora sono Cappuccetto Rosso, celebre fiaba dei Fratelli Grimm e I tre porcellini antica fiaba tradizionale europea.

The TOY JUNGLE

L'idea

Milano.
E’ una giungla metropolitana di metallo e piante più forti del cemento.
Da poco sono arrivati gli animali.
Un po’ domestici un po’ selvaggi,
Sono geometrici, meccanici.
Si possono montare e smontare.
Giocano con bambini e con gli adulti.

Sono i Toy Jungle.
Si mescolano alla gente o osservano.
Piccoli o giganti sono essenziali, ironici e vanno un po’ di fretta,
In fondo sono milanesi…

I FEEL STOOL

Uno sgabello, per gioco.

Dialogo immaginario fra uno Sgabello Vero (Sv) e un Gioco che si sente Sgabello I feel Stool (Ifs)
[…]
Ifs: Ciao, ma tu sei un vero sgabello?
Sv: Ma certo! Non vedi che son di bell’aspetto? quattro gambe tutte uguali, di nobili materiali e dettagli e incastri fatti ad arte.
– Ma io non sono come te!
– Di questo v’è certezza, sei diverso! Sei sghembo; zoppo di gamba e, a non bastare… nessuna uguale all’altra.
– Ma “diverso” è interessante!
– Sciocchezze! Bisogna essere perfetti, saldi a terra e formati di nobili materiali.
– Giusto! Ma tu, tu puoi solo ammettere che ci si sieda sopra di te, null’altro! Io invece cerco un amico, con cui giocare… Tu puoi diventare, che so, un vassoio?
– No di certo!
– Puoi diventare un quadro? Essere un vaso?
– Eresia!
– Con me ci si gioca, si passa il tempo a smontarmi e rimontarmi, mi si appende. Posso all’occorrenza diventare scudo e spada, e nel giocare posso essere condiviso con gli altri bimbi…
Ti ringrazio di cuore! Oggi ho capito che io incomincio dove, di solito, gli altri sgabelli finiscono.